The Selfish Cales è il nome di una band torinese, formatasi nel 2010. L'avreste mai detto? Eppure sembrano venuti fuori da un viaggio tra Syd Barrett e i Kinks! La loro è una musica di
connotazione fortemente settantiana, psichedelica come se ne sentono poche al giorno d'oggi, ma con quel tocco brit non indifferente che rende il loro sound attuale e mai eccessivo o pedante. Anzi,
le dodici tracce scorrono alla grande, piacevolissime, lasciando una traccia nella mente dell'ascoltatore. La spruzzata brit è particolarmente udibile in brani come "That Sweet-Smelling Shop", ma in
generale è ben amalgamata ovunque nel disco, talvolta anche insieme a musicalità misticheggianti. L'impressione che si ha ascoltando questo loro primo album (dopo due EP) è che il tipo di sonorità
che si sono creati sia dirompente, ma anche cangiante pur mantenendo una propria esclusiva identità. Sono i dettagli a fare la differenza, come il basso che arringa alla tradizione funky in "Black
Opal" o la melodia circolare e vivace, dagli echi 60's, di "My Clown".
Complici tutte queste influenze estere, i testi scritti e cantati in (perfetto) inglese, sicuramente la strada più fruttuosa per i The Selfish Cales sarebbe quella di varcare i confini italici,
orgoglio nazionale di una musica straniera.
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All calling themselves 'Cale' surnames ala Ramone, these guys have been evolving their lineup and sound since 2010 and it's obviously not stopping, they've recently become a power trio from a
quartet and according to the lineup on the website, the original drummer has left, the guitarist / sitar player becomes a drummer, the old bass player becomes the guitarist, a new bass player comes
in and the keyboard player leaves.
So that's more twists and turns than a twisty turny thing on acid. Goodness knows what the sound is like now and as they all come from Turin, Italy, it's not going to be immediately accessible unless
they stick it up for us to hear. So while they figure all that out here's their pretty authentic sound of 1966 and "Black And White Rainbow" from their last album (out on bandcamp) false fade out an'
all...
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The Selfish Cales (not actually that selfish - this album is a free Bandcamp download) are a prolific Italian cottage industry psychedelic band who wear their influences on their sleeve. Anyone
uncertain of where their heart lies is directed to "Dandelion Seeds", a covers E.P that they released last year which may not actually contain the July track that provided it's title but does feature
material originally performed by The Idle Race, The Zombies, Love and Tomorrow.
And their own material (which "Light Worms & Old Dancing Ladies" is full of) acknowledges these influences openly without getting stuck in the mire of out and out revivalism.
Gabriel & Andy Cale navigate these treacherous waters skillfully with a sound that finds a safe middle ground somewhere between the more soulful end of the brit-pop spectrum and the rich
neo-psychedelia of the sadly missed Rainbow Quartz label, with a good balance between the two.
"Keep On" is probably the best of the former - a storming Oasis style anthem with extensive organ leaning and climactic guitar shredding but the following track, "State of Eternity" trumps it with
it's bright neon neo-psychedelic sound - all Ringo drum fills, Small Faces organ and dominant sitar lines.
And they do get around to covering July on this outing, bypassing the more obvious "Dandelion Seeds" in favour of "My Clown" which is given a big organ filled arrangement that has a hint of the
Chills about it during the chorus, and fits in seamlessly with their own material.
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Selfish Cales è un altro gruppo di buona prospettiva. Terzetto di Torino, dopo due ep arriva al debutto con Light Worms and Old Dancing Ladies. Dodici brani che respirano la
rielaborazione delle correnti garage e psichedeliche degli anni ’60 in una prospettiva moderna che ha caratterizzato il decennio scorso (la “classicità" di “That Sweet Smelling Shop” e i richiami
chiari di “My Clown“). Aspetti melodici (forti in “State of Eternity“) e ruvidi (“Useless“) si incastrano perfettamente e mettono in mostra tutto il potenziale della band nella possibilità di
rafforzare il proprio carattere stilistico. Lo dimostra già l’iniziale “Palladium” che sorprende per la potenza del finale rispetto all’andamento del resto del pezzo, così come lo sviluppo ritmico di
“Black Opal“. Questa varietà interna viene fuori anche nella colorata “Pepetual Season” e nella dilatazione del brano che conclude l’album. Un debutto che suscita interesse e con
prospettive promettenti.
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Sitar indiani, arazzi colorati, pantaloni a zampa e giubbe rosse. Non ci vuole certo un genio per capire quanto i Beatles abbiano influenzato i torinesi Selfish Cales in questi primi anni di
attività, nei quali, va detto, non si sono certo risparmiati: ci sono voluti tre ep inzuppati di garage-beat prima di arrivare a sfornare “Light Worms and Old Dancing Ladies”, esordio lungo dodici
tracce, volutamente impregnato della stessa materia che ha caratterizzato la British Invasion intorno agli anni sessanta. Psichedelia soft e pop d’annata insieme a venature e virtuosismi
propriamente rock. Qualche nome? Tutti gruppi che hanno strizzato più di un occhio ai Fab Four: dagli orientalismi occidentali dei Kula Shaker, fino ad altri caschetti più o meno noti come
Kinks e Zombies. Ma niente Tame Impala, che ormai spuntano come funghi in qualsiasi recensione che non parli di blackmetal. Il risultato? Un esordio incoraggiante, forse un po’ troppo legato ad
un fattore prettamente modaiolo (si può fare musica anche senza la camicia giusta), che non sempre riesce a tenere costante l’attenzione. Motivo per cui spiccano alcuni brani più spigliati come la
vorticosa “Black Opal”, la sincopata “Useless” e la simpatica cavalcata “Peeping John”, dedicata allo sfortunato universo maschile. Servono ancora un po’ di acidi, ma la strada intrapresa è quella
giusta. (di Davide Agazzi)
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Great homemade album from this Italian retro band with psych and mod influences. That Sweet-Smelling Shop is retro pop with ba-ba-bas and mod-ish organ. Black Opal combines
summery harmony pop with intense psych-rock guitar and sci-fi vintage synth. Young Old Fashioned Girl is well-crafted melodic psych-rock, morphing into a more delicate sound near the
end. State of Eternity and Imaginary Journey both feature some nice use of sitar and piano. Light Worms is a fantastic track combining wild and heavy psych-rock with
dreamlike mellotron and surrealistic lyrics. Useless is an uptempo track with mod, funk and psych-rock elements and some effectively off-kilter use of synth. Peepin John has a
folky touch, which works really well. Good to know there are still home recording artists out there, especially when the music is of such a high standard as this.
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Si legge in una recensione fatta a questo giovane gruppo torinese che "ai Selfish Cales interessano immaginario e clima sonoro di quel periodo in cui il garage rock Sixties si colorava di bagliori
acidi". Ed è proprio vero dal momento in cui il genere maggiormente presente, psichedelica e garage, ha necessità di un'atmosfera quasi onirica tipica della più fedele interpretazione scenica del
periodo aureo di questi stili, destrutturando, così, ed estremizzando lati del Rithym and Blues. Le tinte del rock, la sua evoluzione, è più irruente e forte tipica di una produzione USA anni 60. È
l'evoluzione di un beat rock più timbrato, cadenzato e definito. I tempi vengono scanditi nell'accordo sintonico tra la batteria, le chitarre e la tastiera: nessun elemento sovrasta i restanti, ma
l'equilibrio sinfonico è visibile in una tecnica consapevole e matura. La voce è sempre pronta a planare, palpitante e vibrante, dal timbro deciso, nei giusti interstizi sonori fatti di intervalli
tra note espresse da una strumentalità sincera, non autocensurata, autonoma quanto tangibile. L'armonia sinfonica ed estetica sta nel suono puro privo di inutili orpelli musicali, sobrio, frutto di
una convivenza di generi sperimentali e fedele a un solco artistico affermato e confermato. Lo scenario ricalca i palchi degli anni ruggenti della musica di questo genere. Le tonalità vanno dal blues
rock, di timbro più melodico in alcune sue sfumature, a sperimentazioni sonore più hard, con venature quasi da art rock. La ripetizione di alcune battute testuali è rafforzata nella sua dimensione
estetica e contenutistica da refrain in cui si evidenziano strumenti suonati con sicurezza esecutiva. Non sono mancati effetti sonori insoliti, soprattutto verso la fine dell'esibizione del gruppo,
con alterazioni ricercate, consapevoli di un'armonia artistica chiara, e il prolungarsi di dettagli musicali particolari tipici di un minimalismo vivo e pieno di dignità. Tutto questo porta ad
assaporare la purezza di un genere psichedelico fatto di una ripetitività rumoristica dal grande valore estetico tale per cui si individua il pilastro tecnico compositivo del genere: l'esasperazione
ben accolta di effetti sonori ricercati.
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